La Voce dell'A.LP. - Numero 8 - Uomini dell'A.LP. di ieri e di oggi al comando - Cap.no di macchina Gianfranco Presotto (G. Franco Recagno)

Chi ha frequentato il Leon Pancaldo, tra la fine degli anni 50 e la metà degli anni 60 lega il nome di Gianfranco alla pallacanestro. Molti di noi ricordano i suoi straordinari “balzi” che superavano, immancabilmente, avversari di statura ben superiore alla sua. Terminata la scuola deve purtroppo rinunciare alla sua grande passione; già nell’autunno del 66 si imbarca infatti, in qualità di allievo uff.le, sul “Portovado”, un portarinfuse di proprietà dell’armatore Cameli Il direttore di macchina della M/n era Vittorio Guido, diplomato nel 1957. Imbarcare con ex del Nautico di Savona, sembra essere una costante che accompagna la sua lunga carriera. Al momento un vero e proprio record. Qui di seguito indico, in ordine di tempo, i nomi delle navi e dei colleghi incontrati (tra parentesi è precisato anche l’anno del diploma) oltre al già citato dir. Macchina Vittorio Guido: 1967 M/n “Mirafiori“ 3° uff.le coperta Giancarlo Guglieri (61) - 1967/1968 T/n “Michelangelo” allievo uff.le coperta Alessandro Branda (66) – 1969 T/n “Ulissse” 2° uff.le di macchina Bruno Barra (62) - 1972 T/n “Callao” 2° uff.le macchina Piero Ascoli (68) - 1973 T/n “Penelope” 1° uff.le coperta Mario Pardu (63) - 1976 M/n “Voulla” 2° uff.le di Macchina Silvio Rossi (67) - 1979 M/n “Voulla” 1° uff.le di macchina Aldo Dagna † (60) - 1983/84 M/n “Rea Silvia” Claudio De Fenza (78) e Angelo Vago (79) rispettivamente 2° e 3° uff.le coperta (oggi sono entrambi al com.ti, il primo di “Costa Serena”, il secondo di “Ocean Village”) - 1986 /1994 M/n “Jolly Rubino” al cui comando incontrerà, in più occasioni, Giovanni Michero (53) - 1995 M/n “Jolly Turchese” com.te Maurizio Furlotti (59). Ritorniamo alla prima esperienza . Il “Portovado” lascia il porto di Augusta con 10.000 tonn. di grano caricate negli Stati uniti e dirette nel piccolo scalo indiano di Bhavnagar. La discarica, effettuata in rada, richiede ca. 20 gg, in quanto il preziosissimo bene viene inserito manualmente all'interno di sacchi, che vengono poi cuciti ed infine imbragati e sbarcati su piccole chiatte. È il primo incontro, ne seguiranno moltissimi altri, con un mondo di povertà ed indigenza sino ad allora sconosciuti, ma mai dimenticati. Il viaggio prosegue per Mormugao ed ancora per Yokohama, sino a giungere nel porto australiano di Sydney. Rientra in Italia dopo ca. 7 mesi e sbarca a Trieste. Il primo imbarco coincide anche con il viaggio più lungo. Nel corso dello stesso, come normalmente accade, ha avuto attimi di incertezza e dubbio sulla scelta fatta al termine della scuola media. Prevale però lo spirito e talvolta, mi sia consentito, l’“esaltazione” che spesso accompagna coloro che hanno scelto la strada del mare. Tutti i dubbi vengono fugati; la carriera prosegue quindi veloce: patentino nel 69, patente nel 72, alla direzione nel 74 sulla T/n “Callao” dell’Africa Line, Cap.no Superiore di Macchina nel 86. Nell’arco della sua vita lavorativa, presta la sua opera su 30 navi diverse per un totale di 72 imbarchi, di cui 43 da Direttore e dal 1998 al 2000 su alcuni rimorchiatori della Carmelo Noli, operando maggiormente nell’ufficio della medesima ma anche sostituendo, quando necessario, i colleghi imbarcati. Apparentemente il normale iter di un bravo Direttore di Macchina. Ma i ricordi di Presotto non parlano solo di lunghe veglie (circa 120 passaggi di Suez!), dell’incessante brontolio dei motori, del continuo sciabordio del mare, della forza del vento, dell’odore dell’olio bruciato, di piccoli approdi sperduti, di incidenti anche gravi, di gente disperata o di grandi e ricchi porti in cui i panfili di oltre 60 metri sono la regola e di mille altre cose ancora che sono usuali nella vita di un ufficiale della marina mercantile. Riguardano infatti anche episodi, che solo la fortuna ha fatto felicemente concludere. Mi limito a citare tre avvenimenti, sia per ragioni di spazio, sia perché, considerato l’interesse degli stessi, ritengo vadano descritti da chi li ha vissuti in prima persona. Invito quindi cortesemente Presotto a provvedere in merito. Il primo: anno 1973 mese di Settembre. L’area: poche miglia al traverso di Cartagena. Collisione in mare. Una nave appoggio della marina militare USA, un vecchio “Victory” canadese, sperona il “Penelope“ dell’Africa Line, proveniente dall’Est Africa ed in rotta verso Marsiglia. Presente Mario Pardu (C.L.C. 63). Pure lui, come molte delle persone citate in tale testo, socio “A.LP.”. Secondo episodio: anno 1974 mese di aprile. T/n “Daphne”, bandiera della Rep.ca della Costa D’Avorio, compartimento di Abidjan. Da Marsiglia con direzione Gibilterra. L’area: coste della Spagna, a sud di Alicante ed a ca. 20 miglia a nord di Cartagena. Per una serie di peripezie, Gianfranco resterà, per poco meno di 5 ore, dalle 24 alle 05 c.a., su una scialuppa di salvataggio. Sottocosta, con motore in avaria e con vento e mare in aumento. Altro non aggiungo, se non consigliare all’amico “playmaker” di stare lontano dalla Spagna, ed in particolare dalla regione della Murcia… Il terzo episodio, quello più drammatico: anno 1987 mese di settembre. M/n “Jolly Rubino” (multipurpose di notevoli dimensioni e nave più amata). Area: Golfo Persico. Provenienza Al Kwait, rotta per lo stretto di Ormuz. Ore 24 c.a. Da una veloce lancia, che giunge non vista da poppavia dello scafo Italiano, vengono lanciate svariate granate che colpiscono ed esplodono in più punti del cargo. Di questo si occupò la stampa nazionale ed estera. Lascio ora la penna al nostro socio, affinché ci narri in modo dettagliato gli avvenimenti. Che dire per chiudere?? Quattro cose importanti: Gianfranco vive oggi una pensione “attiva” con la moglie Paola (a cui sicuramente ha causato incolpevoli stati d’ansia). Ha due figli, Daniel che ha frequentato il Nautico (C.L.C. 92) e Lorena che gli ha dato una bellissima nipotina di nome Alessia. È un uomo realizzato e felice. Non è il solo che ho conosciuto; il nautico fa anche questo!!!
G. Franco Recagno